Due giornaliste, con alle spalle 20 anni di ricerche biografiche, hanno deciso di concentrarsi sul variegato mondo femminile, così poco studiato fino a non molto tempo fa e che la storia ha spesso relegato nel dimenticatoio...

martedì 27 maggio 2014

Angiola BIANCHINI

  

di Angela Frattolillo

(Mantova, 13.2.1836 – Fano 16.3.1915), educatrice, pedagogista, filantropa

Varie e intricate vicende umane, com’è sovente la trama dell’esistenza,  conducono Angiola Bianchini dalla nativa Mantova a Fano nel 1869, quando è vivissimo il fermento dell’Unificazione nazionale. Angiola, figlia del falegname Carlo e della casalinga Caterina Rinaldi,  rimane orfana di padre a 9 anni.
 Con la madre vedova e la sorella maggiore Cecilia va a Guastalla, dove è documentato l’impegno di Cecilia come direttrice e istitutrice in un asilo, coadiuvata da Angiola. Impegno che ha meritato la lode per entrambe le ragazze dal sacerdote Ferrante Aporti, che ebbe modo di visitare l’asilo il 20 ottobre 1845.

domenica 18 maggio 2014

Sandrine SALERNO

di Barbara Bertolini

(Ginevra, Svizzera 1971), politica svizzera, per due volte sindaca di Ginevra

Donna protagonista del suo tempo, Sandrine Salerno rispecchia in modo esemplare questa espressione, poiché gli aggettivi più usati dai giornalisti per designarla sono: determinata, combattente,  provocatoria, innovatrice.

Figlia di un emigrato siciliano di Catania  e di una francese, sposati in quel ”melting pot” che è la città di Ginevra, una delle più internazionalizzate d’Europa, la ragazza è cresciuta a contatto con un mondo variegato, che accosta eccessi di grande ricchezza e  contesti di marginalizzazione, in particolare quella dell’emigrazione.
Saranno queste diseguaglianze a darle una spinta importante per il suo futuro impegno politico.

martedì 13 maggio 2014

Giuseppina TURRISI e Lauretta LI GRECI

di Rita Frattolillo

Giuseppina Turrisi-Colonna (Palermo, 2.4.1822 – 17.2.1848), poetessa e patriota

Lauretta Li Greci  (Palermo, 15.11. 1833 – 3.7. 1849), poetessa


A Palermo la chiesa seicentesca di San Domenico, che dà sull’ omonima piazza, è il Pantheon dell’isola.  Custodisce gli spiriti eletti, i campioni siculi che credettero nell’Unità d’Italia, per essa combatterono e morirono, e coloro che dopo il 1860 hanno provato a plasmare l’Italia e a darle identità di nazione. Numerosi i musicisti e poeti qui ricordati da monumenti e  lapidi. Ma sono due bei monumenti funebri ad attirare la mia attenzione, perché custodiscono i resti mortali di due donne, entrambe ispirate poetesse, ed entrambe accomunate da un destino avverso: la sofferenza e una morte prematura.

Lauretta Greci e Turrisi Giuseppina,  questi i loro nomi, rappresentano la punta di diamante di una folta generazione di donne intellettuali (Laura Beatrice Mancini Oliva, Mariannina Coffa chiamata la “Capinera di Noto”, Ramondetta Fileti, Rosina Muzio Salvo) che, pur avendo dato molto alle lettere e alla consapevolezza politica nel periodo cruciale del Risorgimento, sono riuscite difficilmente ad avere visibilità. Quello che colpisce, al di là delle loro vicende biografiche, è una costante che è possibile rintracciare in tutte: l’appartenenza ad un ceto sociale alto borghese o addirittura nobile.

sabato 3 maggio 2014

Ada TROMBETTA

di Rita Frattolillo

(Campobasso 1922 – ivi 2014), dirigente scolastica, studiosa appassionata del patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico del Molise


Discendente dei pionieri e maestri dell’arte fotografica  Antonio e Alfredo Trombetta conosciuti per la loro professionalità e la loro creatività anche all’estero, dove avevano tenuto mostre e vinto premi a cominciare dalla fine dell’Ottocento, Ada cresce in una famiglia numerosa, che vanta due personalità di rilievo, il padre e il nonno.


 Il padre Alfredo, professore di materie artistiche negli istituti scolastici, è ispettore onorario ai monumenti e grande innovatore dell’arte e della tecnica fotografica.
 Il nonno Antonio, fotografo e decoratore, deceduto nel 1915, aveva inculcato il gusto per il bello e l’arte al figlio Alfredo, che, spinto da lui, aveva scoperto l’amore per la rappresentazione della natura in tutte le sue forme con la macchina fotografica.