Due giornaliste, con alle spalle 20 anni di ricerche biografiche, hanno deciso di concentrarsi sul variegato mondo femminile, così poco studiato fino a non molto tempo fa e che la storia ha spesso relegato nel dimenticatoio...

sabato 8 marzo 2014

Perché questo blog?

…perché la nostra ricca esperienza di ricerca ci ha dovuto far constatare un’evidente disparità di trattamento dei biografi di ogni epoca e tendenza nel valutare l’operato del genere femminile rispetto a  quello maschile.
Per cominciare, lor signori stavano sempre guardando da un’altra parte, quando era il momento di constatare o ammettere la validità di un’attività femminile.  Poi…, se stilando la biografia di un uomo essi hanno sempre dato ampio spazio – giustamente  ̶  ai meriti, e si sono sempre limitati  ad un rapido accenno alla vita  privata del tale personaggio,  guardandosi bene dall’assumere toni indagatori o moraleggianti, al contrario, quando si è trattato di una personalità femminile, a finire sotto la lente d’ingrandimento erano proprio i risvolti piccanti, possibilmente erotici, della sua vita. Un esempio per tutti?

Quello della magnifica pittrice Artemisia Gentileschi: poco si è scritto sulla qualità eccelsa della sua arte, ma in compenso si conosce a puntino tutta la storia dello stupro che lei subì, e del processo che  ne seguì nella Roma papalina. Una singolare schizofrenia – tutta maschile  ̶  che abbiamo ritrovato spesso nei signori biografi è la scelta di evidenziare le favorite degli uomini di potere e le amanti “celebri”, sulle quali generalmente si diffondono con levità, mentre invece, quando si tratta di dover ammettere i meriti oggettivi di una donna nel suo campo di attività, sembra che cerchino il pelo nell’uovo per offuscarne il valore, insinuando sospetti sulle ragioni che le hanno portate fin lì. Questo diffuso atteggiamento discriminatorio e schizofrenico trova le sue radici nelle antiche incrostazioni e nei pregiudizi atavici che tornano a galla, sorprendentemente, sempre e solo quando si parla di donne: due pesi e due misure, niente di nuovo sotto il sole, direte. Ma ecco perché noi ci accingiamo con sguardo limpido, libero da condizionamenti  e cliché, a questo lavoro di ricerca sulle donne. E c’è, sottesa ma non meno importante, un’altra ragione, perché nella società attuale, in cui trionfa il deteriore modello televisivo delle chiacchiere vuote e dell’immagine scollacciata che fa mercimonio delle donne, schiacciandone i meriti effettivi,  non c’è posto per le donne poco servizievoli con  il  “capo”  di turno, che non vanno nei talk-show, che non compaiono sui rotocalchi scandalistici. Eppure, sono e restano invisibili e senza voce, anche se sono loro che lavorano sodo, creano e producono, che rappresentano il tessuto connettivo della comunità. Sono proprio loro, così lontane dai modelli e stili di vita “velinisti” dominanti, che dovrebbero essere portate come valido esempio alle giovani generazioni, perché, parafrasando il vecchio Shakespeare, sono le donne i libri, le arti, le scienze di un’accademia che spiega, comprende e alimenta ogni realtà umana, e la fa progredire.

 La nostra indagine di  scoperta e “repêchage” di donne  protagoniste del loro tempo, che spesso sono finite nella galleria delle eroine dimenticate, prende l’avvio dalle eccellenze femminili riportate nel DBI per un dovuto omaggio alla migliore enciclopedia italiana. Per il resto, la nostra ricerca sarà improntata, oltre che ad approfondimenti su personaggi già conosciuti, a nuove acquisizioni, che forse non troveranno mai cittadinanza nella Treccani o in Wikipedia, ma che indubbiamente hanno inciso nel loro/nostro tempo. Perciò, care internaute, buona lettura! E…naturalmente, siamo aperte alle vostre proposte e ad ogni vostro suggerimento fattivo. Fin da ora, grazie.

Rita Frattolillo

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