Due giornaliste, con alle spalle 20 anni di ricerche biografiche, hanno deciso di concentrarsi sul variegato mondo femminile, così poco studiato fino a non molto tempo fa e che la storia ha spesso relegato nel dimenticatoio...

mercoledì 22 febbraio 2017

Tina ANSELMI


(Castelfranco Veneto 25.03.1927 – 1.11.2016), donna politica

di Rita Frattolillo

La biografia di Tina Anselmi è l’esempio di una vita spesa esclusivamente al perseguimento e alla realizzazione degli ideali e dei valori di un cattolicesimo socialmente e politicamente attivo, teso a migliorare la qualità della società tutta. La sua è una figura importante della Storia e della politica italiana.
Nata in una famiglia veneta cattolica, madre casalinga e padre aiutante farmacista con idee socialiste al punto da essere perseguitato dai fascisti, la giovane Tina studia senza interessarsi di politica fino al giorno in cui è costretta, con altri ragazzi dell’Istituto magistrale di Bassano del Grappa, ad assistere all’impiccagione, per rappresaglia, di oltre trenta prigionieri da parte dei nazifascisti. E’ il 26 settembre 1944, e da quel momento decide di entrare nella Resistenza. Preso il nome di battaglia “Gabriella”, diventa staffetta nella brigata Cesare Battisti,  poi passa al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Finita la guerra, si iscrive all’Università Cattolica di Milano, dove si laurea in Lettere, e, nello stesso tempo, prende parte alla vita del partito della Democrazia Cristiana.  Concilia la professione di insegnante elementare con l’impegno di attivista sindacale nella Cgl fino a quando non passa  alla Cisl, dopo la sua fondazione, nel 1950. 
La giovane Tina "staffetta"
Dalla fine degli anni Cinquanta la carriera politica di Tina Anselmi conosce un’accelerazione incredibile:  scelta dapprima (1958) come incaricata nazionale dei giovani della Democrazia Cristiana,  l'anno successivo entra a far parte del Consiglio nazionale. Nel 1963 viene eletta nel comitato direttivo dell'Unione europea femminile, e nello stesso anno  ne diventa vicepresidente. Abbandonato l'incarico di rappresentante dei giovani della DC, nel 1968 viene eletta deputata per il partito nella circoscrizione Venezia-Treviso. Nel corso del suo lungo mandato parlamentare  fa parte delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupa molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità.
Dal 29 luglio 1976 è ministra del Lavoro e della previdenza nel governo Andreotti III: un fatto storico, perché l'Anselmi diventa la prima donna ministro in Italia. Dopo quest'esperienza è anche ministro della Sanità nei governi Andreotti IV e V, diventando tra i principali autori della riforma che introduce il Servizio Sanitario Nazionale.
Dopo la sua nomina spiega che “La presenza femminile in politica nei posti cosiddetti di potere non serve soltanto alle donne, serve a migliorare la qualità della società. Per tutti”.

Ai giornalisti che le pongono domande sulla sua attività politica, risponde:
«Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state le vittorie  per tutta la società . La politica che vede le donne in prima linea è politica d’inclusione, di rispetto delle diversità, di pace.»
Nel corso dell'VIII Legislatura (1981) viene nominata presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2 di Licio Gelli; i lavori dureranno ben quattro anni.
Il settimanale satirico "Cuore", nel 1992, propone Tina come candidata per la presidenza della Repubblica, ricevendo anche il sostegno del gruppo parlamentare La Rete; lo stesso anno è costretta, però, a lasciare il Parlamento dopo essere stata inserita in un seggio perdente da Arnaldo Forlani. Quando arriva il momento di eleggere il nuovo presidente della Repubblica, alcuni mostrano di simpatizzare per la sua candidatura, ma di fatto i prescelti sono altri, e Tina allora commenta:
«Come mai le donne, che paiono aver tanto bisogno di identificarsi in un modello femminile, poi non ci votano? Credo che le ragioni siano di due tipi. Primo, noi ci rifiutiamo ai meccanismi di selezione tradizionali, fatti con metodi duri e spietati che le donne non possono condividere. Clientelismo, spese altissime di organizzazione dei consensi e cosi via. In questo siamo più deboli, perché stiamo all'interno di una logica politica più seria. Poi, abbiamo meno appoggio dai partiti. L'esame, nei confronti delle donne, è più severo, e non finisce mai. Gli uomini possono permettersi qualche passo falso. Per noi, al primo sbaglio è finita.»

Nel 1998 la Anselmi riceve l'onorificenza di “Dama di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana”.
Nel 2004 si attiva per diffondere il libro "Tra città di Dio e città dell'uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta", che contiene un suo saggio, mentre due anni più tardi  una campagna mediatica che prende le mosse dal blog intitolato "Tina Anselmi al Quirinale" ripropone la sua candidatura a presidente della Repubblica. Nel 2007, invece, Tina è la madrina del sito web "Le democratiche", nato per aiutare le donne a contare su una presenza significativa in occasione delle primarie del Partito Democratico.
Nel 2009 all'ex ministro viene assegnato il "Premio Articolo 3" a riconoscimento dell'attività svolta nel corso della sua vita, da giovanissima staffetta partigiana a "guida esemplare della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia P2", oltre che come "madre della legge sulle pari opportunità".

Nel 2016 viene celebrata la sua figura con l'emissione di un francobollo emesso il 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica: è la prima volta che viene dedicato un francobollo a una persona ancora in vita.
Tina Anselmi si spegne all'età di 89 anni nella sua città natale, Castelfranco Veneto, il 1° novembre 2016. In quell’occasione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la sua figura di  “partigiana, parlamentare, ministro di grande prestigio, il suo  limpido impegno per la legalità e il bene comune”.
Emma Bonino, rievocando il viaggio del 1978 in Cina della delegazione italiana tutta al femminile composta da lei, giovane politica, Susanna Agnelli, Dacia Maraini, e Tina Anselmi, racconta di essere rimasta colpita dal grande spessore umano di Tina, attenta a dare spazio alle giovani, pur se su fronti politici diversi, e pronta ad accettare le diversità delle posizioni. Una grande donna, il giudizio espresso dall’esponente radicale. 
Rita Frattolillo©2017 tutti i diritti riservati.
Bibliografia e siti consultati:
La Tribuna di Treviso, 1°novembre 2016, E’ morta Tina Anselmi, prima donna ministro italiana;
Luisa Bellina, M. Teresa Sega (a cura di), Tra la città di Dio e la città dell’uomo: donne cattoliche nella Resistenza veneta, Treviso, Istresco, 2004;
www.9colonne.it, Tina Anselmi, vita di un ministro al femminile;
http://storia.camera.it/deputato/tina-anselmi-19270325

www.enciclopedia delle donne.it, Francesca Tosi, ad vocem.

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