Due giornaliste, con alle spalle 20 anni di ricerche biografiche, hanno deciso di concentrarsi sul variegato mondo femminile, così poco studiato fino a non molto tempo fa e che la storia ha spesso relegato nel dimenticatoio...

martedì 26 aprile 2016

Lucille TEASDALE CORTI

Lucille con il marito
di  Nicoletta Barbarito

(Montréal, Canada 30.1.1929 – Besano Brianza, Milano 1.08.1996), medico chirurgo, missionaria laica, eroina dei tempi moderni

La canadese Lucille Teasdale Corti, moglie del medico italiano Piero Corti, rappresenta uno straordinario esempio di coraggio e dedizione agli altri.  Una delle prime donne canadesi a qualificarsi  come medico chirurgo, lavorò per anni in Africa eseguendo circa 140.000 operazioni chirurgiche.  E’ stata celebrata nel film italiano “Un sogno per la vita”, con Marina Orsini nelle vesti di Lucille e Massimo Ghini in quelle del marito.   Come ha scritto Rita Levi Montalcini:  «Lucille rimane il più fulgido esempio di dedizione all’attività medica svolta con eroismo sino alla fine così sofferta del suo percorso».
Nata il 30/1/1929 a Montréal  in una famiglia cattolica praticante,  quarta di sette figli, Lucille  fu l’unica della famiglia a prendere il diploma di maturità.  Suo padre era macellaio. A 21 anni fu ammessa alla Facoltà di Medicina dell’Università di Montreal ricevendone una borsa di studio. Nel 1955 si laureò magna cum laude e iniziò a lavorare all’ Ospedale Pediatrico Sainte Justine di Montreal.  Tuttavia, per diventare chirurgo come Lucille  desiderava da quando era bambina,  bisognava completare un ulteriore programma di specializzazione al quale allora,  sia in Canada che negli Stati Uniti, raramente erano ammesse le donne.  Lucille però non si lasciò abbattere dai rifiuti e fu accettata in Francia, a Marsiglia, dove si specializzò in chirurgia pediatrica  diventando una delle prime donne quebecchesi ad abbracciare la professione di chirurgo.
La coppia con la figlioletta Dominique
Durante lo stage all’ospedale di Montreal Lucille  aveva conosciuto  Piero Corti, un giovane pediatra lombardo come lei profondamente cattolico, di famiglia facoltosa,  che progettava di creare un ospedale a Lacor, nell’ Uganda settentrionale. Incontrandola di nuovo in Francia, Piero chiese a Lucille di collaborare con lui, da volontaria: come primo e unico chirurgo avrebbe ricevuto solo le spese di viaggio e una somma per le piccole spese. Lucille , che condivideva l’ideale missionario di Piero, accettò la proposta per un massimo di due mesi.
Lucille e Piero arrivarono a Lacor  nel maggio 1961, un anno prima che l’Uganda diventasse indipendente. L’ospedale aveva allora 40 letti e uno staff di sei persone. Piero si dedicava anche a raccogliere fondi per ingrandirlo e assicurare a tutti le cure;  Lucille,  unico medico chirurgo della regione, lavorava senza sosta.  Dopo due mesi rientrò come previsto a Marsiglia,  ma ben presto Piero le chiese di sposarlo e così  Lucille tornò a Lacor dove il matrimonio fu celebrato  nella cappellina dell’ospedale, L’anno seguente nacque Dominique, la loro unica figlia.
Lucille e Piero, lavorando indefessamente, curarono circa 200.000  malati di tubercolosi,  malaria e, in seguito, di AIDS.  La “Dottoressa Lucille”, come veniva chiamata, era sostenuta dall’amore per il prossimo e dalla sua  grande energia. Visitava 300 pazienti al giorno e operava ogni pomeriggio, un intervento dopo l’altro, spesso in difficili condizioni: all’inizio non c’era il telefono, spesso scarseggiavano l’ acqua, e l’elettricità, a volte anche i medicinali.
Lucille e Piero nell'ospedale di Lacor
Nel 1962 l’Uganda acquistò l’indipendenza dalla Gran Bretagna e sembrò  affacciarsi ad un futuro luminoso. Ma nel gennaio 1971 prese il potere il generale Idi Amin. Gli anni ’70,  durante la sua dittatura e gli anni turbolenti che seguirono, l’Uganda fu sconvolta dalla guerra: l’ospedale di Lacor  si trovò a dover accogliere i soldati feriti  e Lucille si trasformò in chirurgo di guerra. Nel 1979 Idi Amin venne spodestato, ma negli anni successivi tutta la zona e così pure l’ospedale  subirono gli attacchi  quasi giornalieri dei ribelli: la casa dei Corti venne saccheggiata, l’ospedale attaccato da guerriglieri in cerca di medicine e carburante, alcune infermiere vennero violentate e rapite.  Piero convinse Lucille a mandare Dominique in salvo in Italia, ma Lucille restò a curare  ogni anno centinaia di pazienti, molti dei quali bambini. Nel 1989 un dottore dello staff venne rapito:  a quel punto i Corti si prepararono ad evacuare. Messi di fronte all’imminente chiusura dell’ospedale, i guerriglieri ribelli finirono col deporre le armi.
Lucille e Piero poterono così continuare la loro opera, ingrandendo l’ospedale fino ad avere 482 letti, tre centri sanitari in villaggi vicini, una scuola per infermieri, un programma di formazione di tecnici di laboratorio e  uno per operatori sanitari. L’ospedale di Lacor divenne insomma uno dei migliori centri di formazione medico-sanitaria di tutta la regione.
Nel 1985, Lucille si rese conto di avere contratto l’AIDS: frammenti di ossa di soldati infettati che aveva operato  le erano penetrati nelle mani,  attraverso i guanti di gomma strappati. Visse altri 11 anni durante gran parte dei quali non smise di curare i suoi pazienti per almeno 6 ore al giorno. Malgrado il declino fisico, viaggiò in lungo e largo alla ricerca di fondi per l’ospedale e per attirare l’attenzione del mondo sulla gravità dell’AIDS.
L'ospedale ugandese a loro dedicato
Lucille è morta a 67 anni nel 1996, è sepolta nell’area  dell’ ospedale. Aveva eseguito oltre 14.000  operazioni.  Suo marito Piero, morto di cancro a 78 anni nel 2004,  riposa accanto a lei.
La figlia Dominique, anche lei medico, vive In Italia dedicandosi anima e corpo alla Fondazione Piero e Lucille Corti ONLUS,  creata dai suoi genitori nel 1995 per sostenere quella straordinaria opera benefica che è l’ospedale di Lacor.   Per saperne di più: www.lhospital.org.  
Nicoletta Barbarito©2016 tutti i diritti riservati.
Bibliografia e note:
Michel Arsenault, Un sogno per la vita. Lucille e Piero Corti. Una coppia di medici in prima linea. Paoline Editoriale Libri, 1999.

The Piero and Lucille Corti Foundation/Library and Archives Canada/nlc.12012
Lucille Teasdale e Matthew Lukwiya, sovrintendente medico dell’ospedale: The Piero and Lucille Corti Foundation/Library and Archives Canada/nlc-1201

Storia della Onlus “Fondazione Piero eLucille Corti":  

Intervista a Dominique Corti, figlia dei due chirurghi.  





1 commento:

  1. Cara Nicoletta, ti ringrazio per aver portato alla luce la storia straordinaria di questa coppia generosa e piena di umanità, un esempio luminoso che molti di noi dovrebbero seguire, ognuno nel proprio campo! Grazie ancora, per aver saputo raccontare con tanti preziosi dettagli l'esistenza intensa e difficile di Piero e Lucille. Ciao, Rita Frattolillo

    RispondiElimina