Due giornaliste, con alle spalle 20 anni di ricerche biografiche, hanno deciso di concentrarsi sul variegato mondo femminile, così poco studiato fino a non molto tempo fa e che la storia ha spesso relegato nel dimenticatoio...

giovedì 30 aprile 2015

Antonella PARAFIORITI

di  Alma Perego

(Rocca di Capri Leone in provincia di Messina 1956  - vive e lavora a Cesenatico), imprenditrice nel campo della moda



La moda passa, lo stile resta.” Affermava Coco Chanel, la nota stilista francese che ha rivoluzionato il concetto di femminilità e il mondo della moda.

Imprenditrice e direttore di produzione di un atelier per capi d’abbigliamento e da sposa; artefice con la figlia Lorena di una conduzione famigliare che vede la felice collaborazione di due generazioni in dialogo continuo. Realtà professionale che ha destato interesse nell’imprenditoria romagnola e anche d’oltralpe nella regione francese del Beaujolais.
Ago e filo sono i suoi arnesi del mestiere, nella sua cassetta degli attrezzi, infatti, non mancano mai. Inizia il suo viaggio professionale eseguendo piccole riparazioni sartoriali fino a creare con la figlia Lorena una propria linea di stile con il marchio Lo&Lo. I suoi capi hanno vestito Miss Francia a Lione; il suo laboratorio, con annesso show room, si trova a Cesenatico, in Romagna, dal 2007.
Porto-canale di Cesenatico

UN TORTUOSO VIAGGIO: DALLA SOLEGGIATA SICILIA ALLE NEBBIE DI MILANO, PER APPRODARE SULLE RIVE ADRIATICHE DI CESENATICO
La storia di Antonella parte da lontano. Nasce a Rocca Capri Leone in provincia di Messina, un paesino di poche anime  ̶  nei pressi della più nota località di Capo d’Orlando  ̶  che si affaccia sul mar Tirreno con le Isole Eolie sullo sfondo; piccolo borgo collinare che scende al mare, teatro di saghe feudali prima francesi e aragonesi poi. Tra mare e collina, profumi d’agrumi, colori accesi e sassi, la sua infanzia trascorre prevalentemente tra le mura domestiche a cucire, come quasi tutte le bambine del tempo e dell’isola. I genitori lavorano entrambi ma la mamma con il ricavato della vendita di uova delle proprie galline recupera ben diciottomila lire per mandare la sua bimba a “lezione” dalla sarta del paese. Saranno tre anni intensi, dove l’arte sartoriale del taglio e della confezione entrerà a far parte della sua vita. Mamma e papà emigrano presto in Svizzera e poi in Germania.  I nonni paterni si prenderanno cura di Antonella e di due fratelli più piccoli accogliendoli nella bella casa rurale di Galati, sulla collina che guarda il mare. E’ in campagna che la sua anima artistica inizia a far capolino tra momenti di gioco negli spazi sconfinati, con la complicità di gente accogliente e solare che frequenta la grande casa dove la porta è sempre aperta; è lassù che si forgia il carattere di una bambina dolce e anche determinata nel perseguire il suo sogno: creare modelli con la propria fantasia e le proprie mani!
Nel corso dell’adolescenza, quando già tutto sembra difficile e insormontabile per tutti quelli che ci sono passati, Antonella deve affrontare un cambiamento radicale: la famiglia si trasferisce per lavoro al nord, in quel di Cinisello Balsamo, vicino a Milano. A quattordici anni la metropoli meneghina non è tanto affascinante quanto i panorami suggestivi della sua isola, e questa ragazzina mora con il taglio d’occhi orientale si deve abituare a nuovi ritmi, costumi e vocaboli. Non si perde d’animo e si presenta in una lavanderia per proporsi come stiratrice. Il sogno è lontano ma lei lo coccola e non demorde. Nel frattempo i genitori in fabbrica accantonano quel che è possibile dai rispettivi stipendi per costruire le case ai figli nel paese natale. In quegli anni difficili incontra una straordinaria donna avanti negli anni e dotata di grande sensibilità, Giuditta, che la aiuterà a crescere senza troppi scossoni nella banlieue milanese e sarà una guida importante, la sua confidente insomma, insieme con Onofrio e Paola, gli amici di una vita, quelli che dopo quarantaquattro anni non si sono ancora scordati!
6 aprile 1974, oggi sposi
Ci avviciniamo così all’inizio della carriera di Antonella.  Durante una vacanza sulla costa romagnola a Cesenatico incontra Mario. «Avevo diciassette anni, e quando mi ha stretto la mano e guardato negli occhi ho scoperto che quello sarebbe stato l’uomo della mia vita.» Così è stato. La famiglia giudica la ragazza troppo giovane per un legame e teme il trasferimento nella località romagnola. Ormai le trame del destino sono ordite e nel 1974, esattamente il 6 aprile convoleranno a nozze. Mario lavora a una pompa di benzina, Antonella, su suggerimento del suocero lungimirante s’iscrive presso il Comune nell’elenco degli artigiani come sarta. La giovane siciliana deve quindi adattarsi a nuovi ritmi e abitudini, ormai è un refrain con cui ha già fatto i conti e l’entusiasmo di questa bella avventura matrimoniale fa superare anche momenti non facili dettati dalle ristrettezze economiche che la giovane coppia deve affrontare. Il percorso dei cambiamenti è diventato la metafora del cammino di Antonella che affronta con piglio e gioia anche l’arrivo di Lorena, la prima figlia. Negli anni settanta la marcia in più che hanno le donne non è più nascosta dietro a pesanti quinte, si svela, si rappresenta fortemente, e la tenacia con la quale si vuole perseguire la propria indole si fa motore di una coscienza che sfocia nella consapevolezza di “potercela fare”.
I coniugi aprono un’attività in proprio, sarà un distributore di benzina a Valverde, una frazione di Cesenatico, che vedrà Antonella alle prese con un lavoro non suo ma vicina a Mario che ha sempre compreso e sostenuto la moglie nel ménage famigliare. Nell’ottantatré nasce Francesca, un’altra splendida bimba; il distributore è dismesso e Antonella prosegue con le piccole riparazioni per amici e parenti, giusto per non “perdere il ritmo”.

1985 - 1995   IL DECENNIO DELLA SVOLTA
Antonella vorrebbe continuare un’attività lavorativa con il marito ma questa volta Mario, che nel frattempo commerciava in ortofrutta a Cesena, nega questa possibilità!  “Hai la voglia di cucire nel dna, le dice, perché mai dovresti venire con me a contare casse di cipolle e pomodori?” E’ quel che si suol dire una “doccia  fredda” per questa giovane donna che ha ben chiaro quello che vuole fare nella propria vita ma teme difficoltà e insuccessi. In quegli anni, dopo aver aperto una partita I.V.A., Antonella avvia un piccolo laboratorio di sartoria vicino al centro storico della cittadina e poco lontano da casa. Lavora da sola come “terzista” (su ordinazione per altri soggetti). Provvede al taglio e alla confezione dei capi consegnandoli in tempi rapidi. Comincia a farsi un nome e lo spazio di lavoro diventa stretto, troppo contenuto per ospitare rotoli di stoffe, macchine da taglio e cucito. E’ di questi tempi, e siamo nel 1996 circa, che giunge la proposta di una nota casa di moda che per metterla alla prova, ordina la consegna di venti capi in soli tre giorni, pochi, ma si tratta di un pacchetto sostanzioso e della prima linea di confezionamento, e poi è un livello prestigioso… e poi lavorando senza sosta con i tre dipendenti la consegna avviene, il lancio anche, Antonella Parafioriti non è più solo una sarta e la strada è aperta per l’imprenditoria.

IL LABORATORIO DI VILLALTA VERSO LA CREAZIONE DELL’ATELIER
Atelier

Siamo nel 2001, è il tempo di ingrandirsi e di assumere personale.  A Villalta, nella zona artigianale della frazione di Cesenatico, c’è un ampio capannone che diventerà il “laboratorio” per eccellenza. La produzione di capi per conto terzi lievita, i dipendenti impegnati sono quindici; Antonella comincia un percorso che sarà altrettanto decisivo per gli anni a venire con aziende di alta moda. Ora può pensare alla realizzazione del sogno tenuto per troppo tempo nel cassetto: produrre capi propri, preparare un campionario. Sono anni di formazione per consolidare ciò che aveva maturato con l’esperienza: un patrimonio di conoscenza nel campo della sartoria. L’imprenditoria richiede impegni maggiori, esige aggiornamenti, e poi ci si deve dotare dei mezzi tecnologici utili per stare al passo con i tempi, per mantenere il livello di collaborazione con le grandi marche che ormai strizzano l’occhio con complicità a quest’azienda in crescita guidata da una donna, per giunta non nostrana ma trapiantata a tutti gli effetti in Romagna. La Confartigianato di Cesena osserva con estremo interesse gli sviluppi dell’azienda, tanto da proporre la presidenza alla titolare che declinerà l’offerta in favore della figlia Lorena, giovane, spigliata, dotata di un talento naturale per portare nell’azienda di famiglia quella creatività che la accompagna fin da piccola.
Laboratorio

LORENA E LA NASCITA DEL MARCHIO CHE CONNOTA L’AZIENDA
La passione per il tratto e il disegno, la piccola Lorena l’ha coltivata fin da piccola. Non solo, il ricamo l’ha rapita guardando la mamma sempre alle prese con aghi, fili e forbici, mentre in casa si respirava profumo di stoffe che unite ai colori e al tatto delle trame, ne hanno esaltati i sensi forgiando una forte personalità artistica.
Lorena
La scelta degli studi universitari non poteva che essere vicina al suo sentire. Così Lorena sceglie il percorso di Conservazione dei Beni Culturali a Ravenna, si laurea, cerca la sua strada come ogni giovane e accarezza il sogno di potersi muovere nei musei o istituti d’arte in Italia e all’estero. Ma, “mamma Antonella docet”, i sogni non si realizzano sempre subito, ci vuole il tempo giusto e si devono maturare percorsi lenti. Allora è il tempo dei viaggi, della conoscenza delle lingue, della permanenza a Firenze, città d’arte per eccellenza, dove Lorena frequenta perfino un corso di restauro virtuale. In quegli anni incontra anche il futuro marito e,  di ritorno a Cesenatico,  decide di dare una mano alla madre che le lancia un s.o.s. per il disbrigo di pratiche d’ufficio, controlli qualità, fatture e bolle, la parte amministrativa insomma, perché nell’azienda ci si deve anche occupare di questo.  Lei è creativa e pignola allo stesso tempo, affronta la “gavetta” con impegno e disinvoltura. Dal 2004 in poi acquisisce esperienza, prende confidenza con i meccanismi dell’ambiente sartoriale, fa propri i ritmi di produzione fino a proporre ad Antonella che accetterà di buon grado, di realizzare due linee di lavoro: quella per “conto terzi” garanzia di fatturato, ma nel tempo andrà scemando sempre più visto l’andamento dei mercati; quella di produrre “in proprio” capi prêt-à-porter di alta gamma per essere competitivi anche all’estero.
L’amore per il disegno e il ricamo trovano in quel periodo la giusta e felice sintesi sui capi impreziositi da dettagli che fanno la differenza nella presentazione dei campionari; crea borse, maglie con paillettes e si inizia timidamente a pensare agli abiti da sposa, altro grande sogno di Antonella che di lì a poco prenderà forma.
Antonella e Lorena al lavoro
La crisi del settore incombe, le ordinazioni si fanno sempre più esigue, i dipendenti devono essere dimezzati, ma questo non fa che rafforzare la rete famigliare che vede la partecipazione di tutti, mariti compresi. La sperimentazione non è abbandonata, anzi, con tenacia e determinazione le due donne viaggiano all’unisono ormai consce che l’occhio è allenato alla proiezione e prima che diventi moda, il capo deve attirare l’attenzione. Questo sarà il periodo di registrazione del marchio, dei rapporti con la stampa, della partecipazione ad eventi, tutti i risvolti più segreti della comunicazione saranno dispiegati, è quasi un tam tam che tambureggia nelle manifestazioni e, nel 2006, alla fiera di Milano, la sfilata dei capi delle stiliste sarà un successo.

“ATELIER: IL LUOGO IDEALE PER CAPIRE COSA SAPPIAMO FARE”
Interno atelier Lo&Lo
  Non è poi infondato pensare che la sorte voglia premiare gli audaci! Va ricordato che se Antonella non avesse avuto fiducia nella figlia e nelle sue “visioni” proiettate nel futuro, forse il trend dell’azienda sarebbe stato più pacato, con meno rischi e senza impennate. Poiché di energie ne sono state impegnate veramente tante in quest’impresa “controcorrente”, in un periodo di crisi, quando il consolidato è incerto, creare un marchio, volare all’estero e, last but not least, credere fortemente nella femminilità che trova il suo punto d’incontro magico nell’abbigliamento pratico di una donna dinamica che qualche volta vuole essere anche speciale nell’indossare abiti arricchiti di dettagli preziosi ed estrosi, non è cosa da poco.
Nel 2010 inizia una partnership di prestigio con la Camera di Commercio di Lione. L’azienda partecipa per la prima volta nella regione del Beaujolais alle manifestazioni alle quali sono invitati noti stilisti. Si tratta di un progetto enogastronomico della Comunità Europea che vede la presenza di autorità locali, della stampa e il clou è rappresentato dalle sfilate di capi d’abbigliamento indossati dalle miss francesi. L’appuntamento con la “Festa delle Mussoline” (evento organizzato dalla Camera di Commercio di Lione per valorizzare i tessuti della regione) è diventato annuale e la nostra azienda romagnola non manca mai; ha potuto farsi conoscere e lanciare così un prodotto made in Italy elegante ed esclusivo.
Servizio apparso su View Sposa
Sono tante le idee che questa squadra vincente ha in animo di realizzare, anche per l’ EXPO 2015 a Milano dove presenterà un proprio progetto avveniristico. Nel frattempo nel laboratorio l’attività ferve in un turbinio di stoffe, di tavoli, dove debordano pizzi pronti al taglio, di manichini delicati dove sono appoggiati abiti di shantung e taffetà di seta pura. Antonella e Lorena si muovono tra cucitrici e computer con disinvoltura e naturalezza, condividendo gli impegni quotidiani con i collaboratori verso i quali un sorriso e una battuta non mancano mai.
Tra questa folla colorata corre, recuperato al volo da mamma Lorena, il piccolo Lorenzo che ha compiuto tre anni trascorsi tra asilo e laboratorio; mentre fa capolino su un poster nell’ufficio di Antonella l’immagine di Francesca, l’altra figliola che vive a Milano, impegnata nella sua attività di direttore della comunicazione di un noto marchio di calzature.
Antonella, Lorena e Francesca nel poster

“Fare rete”, un modo di dire quasi abusato oggi, ma in questo caso la rete famigliare che Antonella ha sapientemente creato in tutti questi anni di attività è un modello da seguire in aperta sfida con i tempi bui dell’occupazione giovanile e non solo.
Dalle piccole riparazioni, dunque, al marchio di stilista di un prodotto italiano che se amato con questa passione non può tramontare, semmai potrebbe espatriare verso mercati emergenti ma stabili; questa però è un’altra storia, un’altra tappa in questo viaggio emozionante di cui protagonista è stata ed è Antonella Parafioriti, imprenditrice romagnola d’eccezione!
***
Note
Questa piccola biografia è frutto di una bella chiacchierata con Antonella e Lorena che mi hanno ospitato un pomeriggio primaverile nel laboratorio di Villalta di Cesenatico. Mentre fervevano i preparativi per realizzare il prossimo campionario di alta moda, il Presidente di Confartigianato di Cesena Lorena Fantozzi, nonché direttore artistico dell’azienda, con discrezione e tatto ha lasciato spazio alla mamma affinché mi raccontasse la sua bella storia chiamandola ogni tanto “Anto” mai mamma, poiché professionalmente è giusto così.
Alma Perego©2015 Tutti i diritti riservati  -  Biografia autorizzata

Bibliografia:
·       Angela Padrone, Imprese da favola, pp. 87-90, Dal laboratorio all’Atelier, Marsilio Tempi editore, 2011.
·    Dalla rivista View Sposa: Lo&Lo, un modo di essere sposa Made in Italy, moda emergenti, articolo di Elisa Borciani, 2011.
·        “Batto la crisi con il made in Italy, Il Resto del Carlino, 21 dicembre 2009.
·        Sfilano a Lione gli ateliér regionali, Cesenatico News, 10 luglio 2010.
·       Moda di Cesenatico al top, trasferta a Lione, Corriere di Cesenatico, 12 luglio 2010.


Foto: abito da sposa servizio fotografico View Sposa; alcune sono state gentilmente fornite da Lorena Fantozzi mentre altre sono di Alma Perego.

6 commenti:

  1. Cara Alma,
    le tue donne sono sempre molto interessanti e sai farne un "ritratto" da maestra!

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  2. Grazie Barbara. La storia di Antonella mia ha davvero conquistata con la sua tenacia nel voler realizzare il "sogno" . Lei ci è riuscita, non solo, ha condiviso tutto con questa fantastica rete famigliare. A presto.

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  3. Bella storia vera... lascia la speranza che ancora oggi per ci crede e.si.impegna possa.esserci un.domani magari. Migliore. .

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  4. Il messaggio è proprio questo, hai colto nel segno!
    Grazie,
    Alma

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  5. Ho letto la breve biografia della signora Antonella con piacere: non pensavo che a Cesenatico oltre alle spiagge, agli alberghi, alle barche dei pescatori (ma il "meglio" resta il Porto Canale), vi siano spazi per qualcosa di meno scontato ma non per questo meno importante.
    Una attività creativa sorta quasi dal nulla per merito di una donna, per giunta "venuta da lontano" e che ora "naviga" anche all'estero e che "tira" anche nelle basse stagioni.
    E che quindi da lustro alla città!

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  6. Mi fa sempre piacere fare scoprire storie inedite e Cesenatico, almeno per me, offre ancora molto da raccontare. Qualche progetto c'è, per ora osservo, assaporo e poi metterò in cantiere! Grazie comunque a tutti!

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