Due giornaliste, con alle spalle 20 anni di ricerche biografiche, hanno deciso di concentrarsi sul variegato mondo femminile, così poco studiato fino a non molto tempo fa e che la storia ha spesso relegato nel dimenticatoio...

domenica 19 gennaio 2020

Eva MAMELI CALVINO




(Sassari, 12.02.1886-San Remo, 31.03.1978), scienziata di fama internazionale

di Rita Frattolillo


Nata a Sassari in una famiglia della buona borghesia, Eva (Giuliana Luigia Evelina Mameli, detta Eva), cresce nei valori dello studio e dell’impegno. Già dal momento in cui decide di frequentare il liceo statale di Cagliari, scuola all’epoca riservata ai maschi, dimostra tempra e coraggio nel perseguire i propri ideali. Il suo sogno, quello di essere una scienziata, obiettivo che raggiungerà sfidando le convenzioni consolidate nella società italiana della prima metà del Novecento.

Oltre alla laurea in Matematica (Cagliari, 1905), ottiene anche quella in Scienze naturali (1907), diventando la prima donna in Italia a laurearsi in tale disciplina. Appassionata ricercatrice, dopo il diploma presso la Scuola di Magistero, si abilita per la docenza in Scienze naturali per le scuole normali, dove insegna per due anni.  Dopo, ottiene la docenza di Scienze presso la scuola normale di Foggia, ma chiede e ottiene il distaccamento presso il Laboratorio crittogamico dell’Università di Pavia, città in cui la famiglia Mameli si era trasferita dopo la morte del padre, il colonnello Giovanni Battista.
Eva, giovane studentessa universitaria
A Pavia abita il fratello maggiore Efisio (1875-1957), giovane docente universitario, che sarà tra i fondatori del Partito Sardo d’Azione. Con lui Eva aveva fatto lunghe passeggiate nei boschi, accrescendo il suo interesse per la natura. Sempre a Pavia, Eva ha l’opportunità di frequentare il Laboratorio crittogamico di Giovanni Briosi (1846-1919), che si occupa di piante “inferiori”, una branca piuttosto nuova in Italia.  Le due borse di studio di perfezionamento che vince le permettono di continuare l’attività di ricerca. Nel 1911 le viene infatti assegnato il posto di assistente di Botanica, e, nel 1915, prima donna in Italia, consegue la libera docenza in questa disciplina.
Un destino già segnato ha scritto L’unione sarda.it in quel nome da regina dei fiori, da primatista rivoluzionaria che scelse una vita scomoda, da perenne viaggiatrice e indagatrice.
La sua fama scientifica oltrepassa i confini nazionali, ma lo scoppio della Prima Guerra Mondiale non la coglie alle prese con alambicchi e microscopi, perché si attiva come crocerossina e per le sue azioni viene decorata.
Quando nel 1919 muore Briosi, il suo maestro, ed Efisio torna in Sardegna per insegnare Chimica farmaceutica nell’Ateneo di Cagliari, per Eva arriva la svolta: l’incontro, nel 1920, con l’agronomo Mario Calvino (1875-1951), che lei aveva già conosciuto grazie a uno scambio epistolare su questioni scientifiche. Sanremese di nascita, Mario nel 1908 si era trasferito in Messico e poi a Cuba, a Santiago de Las Vegas, dove dal 1917 dirigeva una Stazione Agronomica sperimentale per la produzione di canna da zucchero. Calvino cerca un valido collaboratore di Genetica Vegetale. Senza alcuna incertezza, Eva accetta di diventare sua moglie (per procura) e di vivere nel nuovo mondo, lontana dalla sua famiglia d’origine, lontana dal fratello. La coppia inizia così un percorso comune in cui un posto di rilievo spetta alla ricerca scientifica. A Cuba il 15 ottobre 1923 nasce il primogenito, Italo Giovanni, ma nel 1925 la famiglia Calvino ritorna a San Remo per realizzare la nascente Stazione sperimentale di floricoltura “Orazio Raimondo”. Porta con sé in Italia, per la prima volta, palme, pompelmi e kiwi.
Eva con il marito e il figlioletto Italo
I coniugi acquistano Villa Meridiana, e il grande giardino viene messo a disposizione della Stazione.  Eva mette al mondo il secondo figlio, Floriano (1927). Instancabile, oltre ad essere assistente e vicedirettrice della Stazione, vince il concorso per la cattedra di Botanica presso l’Università di Catania. Poco dopo vince anche quella presso l’Ateneo di Cagliari. Ē nominata “professore non stabile” e direttrice dell’Orto botanico dell’Università degli Studi.
Quando sopraggiunge la seconda Guerra Mondiale, Eva ha già abbandonato la carriera universitaria   per dedicarsi esclusivamente alla Stazione sperimentale.
Suo figlio Italo, nel racconto La strada di san Giovanni (nel romanzo omonimo), dice di lei: «[…] non usciva mai dal giardino etichettato pianta per pianta, dalla casa tappezzata di buganvillea, dallo studio col microscopio sotto la campana di vetro e gli erbari. Senza incertezze, ordinata, trasformava le passioni in doveri e ne viveva».
Mentre Italo e Floriano combattono sulle montagne nella Resistenza, la scienziata e il marito offrono asilo ai partigiani e nascondono diversi ebrei, motivo per cui Mario trascorre quaranta giorni in prigione. Non solo, perché i fascisti obbligano Eva ad assistere a due “fucilazioni simulate” del marito. Alla fine della guerra, riprende l’impegno dei coniugi nella divulgazione scientifica, e, alla scomparsa di Mario, nel 1951, la direzione della Stazione passa per otto anni a Eva, che negli ultimi anni continua a combattere contro la speculazione edilizia nel ponente ligure. Ottiene i giusti riconoscimenti dal mondo scientifico internazionale, e si moltiplicano pure gli studi sulla vita e sulle ricerche di questa pioniera che aveva condotto un’esistenza scomoda pur di perseguire i suoi obiettivi. Muore a 92 anni a San Remo.
«Mia madre era una donna molto severa, austera, rigida nelle sue idee tanto sulle piccole che sulle grandi cose […] L’unico modo per un figlio per non essere schiacciato da personalità così forti era opporre un sistema di difese. Il che comporta anche delle perdite: tutto il sapere che potrebbe essere trasmesso dai genitori ai figli viene in parte perduto». Sono parole di Italo, che, iscrivendosi a lettere, aveva di fatto rifiutato di proseguire la tradizione familiare. Infatti scrive:
«Sono figlio di scienziati: mio padre era un agronomo, mia madre una botanica; entrambi professori universitari. Tra i miei familiari solo gli studi scientifici erano in onore; un mio zio materno era un chimico, professore universitario, sposato a una chimica (anzi ha avuto due zii chimici sposati a due zie chimiche); mio fratello è un geologo, professore universitario. Io sono la pecora nera, l’unico letterato della famiglia».
 Nel volume Album Calvino troviamo questa annotazione: «Di lei [Eva Mameli] si ricorda che parlava un italiano di grande precisione ed esattezza, immune dall’approssimazione linguistica, grammaticale e sintattica che fatalmente accompagna la comunicazione orale: e anche questo è un dettaglio importante per spiegare l’economicità espressiva del figlio, il suo rifiuto di quanto è inesatto, opaco, sfuocato».
Per fortuna, alla morte di Eva, i figli nel vendere la villa hanno ben pensato di donare il materiale e gli studi materni alla biblioteca civica di Sanremo, documenti preziosi che hanno aiutato i biografi a ricostruire la storia di una delle scienziate più importanti del primo Novecento italiano.
Eva Mameli Calvino aveva iniziato a pubblicare nel 1906, occupandosi di lichenologia, micologia e fisiologia vegetale, poi di genetica applicata alle piante ornamentali, fitopatologia e floricoltura. Un complesso di circa duecento opere.
Nel 1930 aveva fondato assieme al marito la Società italiana amici dei fiori e la rivista “Il Giardino Fiorito”, e con lui la dirige dal 1931 al 1947.
Ē del 1972 il Dizionario etimologico dei nomi generici e specifici delle piante da fiore e ornamentali, opera unica tra i testi di botanica del Ventesimo secolo.
Fonti, risorse bibliografiche, siti:
Accati Elena, Fiori in famiglia. Storia e storie di Eva Mameli Calvino, Donne nella scienza, Editoriale Scienza 2011;
Baranelli L.e Ernesto Ferrero (a cura di), Album Calvino, Mondadori, Milano 2003;
Dröscher Ariane, Mameli Calvino Eva Giuliana, voce on line in Scienza a due voci. Le donne nella scienza italiana dal Settecento al Novecento, dizionario delle scienziate italiane dell'Università di Bologna;
Forneris P.- L. Marchi, Il giardino segreto dei Calvino. Immagini dall'album di famiglia tra Cuba e Sanremo, De Ferrari, Genova 2004;
Lobina Raimonda, http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/eva-mameli-calvino/
Macellari Elena, Eva Mameli Calvino, collana Le farfalle, Ali&no Editrice, Perugia 2010;
Macellari Elena, Botaniche italiane: scienziate, naturaliste, appassionate, Temi editrice, 2015;
Mameli Calvino Eva, Mario Calvino, 250 quesiti di giardinaggio risolti, Introduzione di Tito Schiva, collana Virgola, Donzelli. Roma 2011;
Migliore L., Mameli, Giuliana Eva, voce (online) in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 2007;
Pizzetti Ippolito, Libereso, il giardiniere di Calvino, Muzzio, 2009;
Strickland Elisabetta, Scienziate d'Italia. Diciannove vite per la ricerca, Donzelli, Roma 2011.
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