(Salerno,
10.02.1875- Cava Dei Tirreni, 17.12. 1946), regista cinematografica
di Angela Frattolillo
La prima
regista donna in Italia, la prima produttrice cinematografica a far conoscere
il cinema italiano negli Stati Uniti, tra le prime ad usare il colore sulle
pellicole, si chiama Elvira Coda Notari, regista, sceneggiatrice, tra le
maggiori film-maker del periodo antecedente il sonoro.
Maria
Elvira Giuseppa Coda si diploma presso
la Scuola normale femminile, attuale Istituto Magistrale. Nel 1902 si
trasferisce con la famiglia a Napoli dove
impara a lavorare come modista, mestiere praticato anche successivamente
per diletto. Determinante è il suo lavoro come modella per farle incontrare
Nicola Notari, pittore- fotografo che si
andava specializzando nella coloritura delle pellicole fotografiche – allora in
bianco e nero - con anilina. I due si sposano nello stesso anno. Dalla loro
unione nascono tre figli: Edoardo, Dora e Maria. Personalità forte e ingegnosa,
Elvira non si accontenta del suo ruolo di casalinga, e tenta si sfruttare i
primi fermenti del cinema che in quegli anni iniziava ad espandersi. Solo sette
anni prima (1895), i fratelli Auguste e
Louis Lumière avevano inventato il cinematografo e proiettato a Parigi il
filmato del treno in arrivo alla stazione di La Ciotat che impressionò gli
spettatori.
Grazie all’invenzione di un apparecchio di ripresa
realizzato dall’operatore Filoteo Alberini e alla costituzione di società
cinematografiche (Cines, Milano Film, Italia Film, Società Anonima Ambrosio) il
cinema italiano diventa presto industria.
I primi
documentari sono di Vittorio Calcina e rappresentano la coppia regale e papa Leone XIII; dopo si passa ai film a
soggetto, di cui il primo esemplare fu prodotto da Alberini nel 1905 con il
titolo “La presa di Roma”.
Elvira, intuita le potenzialità del nuovo strumento,
lo stesso 1905 fonda con il marito la casa di produzione cinematografica “ Film
Dora”, che riprende il nome della figlia. Si cimenta con lungometraggi di cui
scrive soggetto e sceneggiatura ispirandosi a fatti di cronaca accaduti nei
fatiscenti quartieri spagnoli napoletani, negli ambienti degli scugnizzi e dei
pescatori, oppure a romanzi popolari (Francesco Mastriani e Carolina
Invernizio), e a canzoni napoletane di
successo (“A Marechiare”).
Inventa con il marito la coloritura a mano di
fotogrammi utilizzando le tinte in base ai sentimenti espressi: il blu per la
malinconia, il rosso per la rabbia, il giallo per l’amore, il verde per la
tenerezza. Sincronizza le immagini con musica e canto live, offrendo uno
spettacolo multimediale.
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Elvira con il marito |
Le sue geniali invenzioni e le sue straordinarie
realizzazioni non trovano subito accoglienza in Italia.
Sono le comunità di origine italiana emigrate negli
U.S.A. a decretarne successo e diffusione, tanto da riuscire a stabilire una
sede a New York, nella popolarissima Mulberry Street, a Manhattan. La direzione viene affidata a Gennaro Capuano.
Per quelle comunità la “Dora Film” realizzò su
commissione documentari sui paesi d’origine e per essi approntò una produzione
cinematografica che descriveva un’Italia alternativa a quella ufficiale.
Nel 1912 l’industria cinematografica conobbe la
massima espansione registrando Roma quale principale centro produttivo (ben 420
film) ed avviando la produzione dei kolossal. Archetipo ne era stato nel 1909
il “Nerone” di Luigi Maggi.
Ma fu la Grande Guerra a decretare il successo della “
Dora Film”.
Rappresentando una realtà povera connotata da forti
disagi sociali, da ingiustizie, iniquità e drammi, ma su cui alla fine
trionfava l’amore, i suoi film emozionavano e coinvolgevano il pubblico.
Le Case dei
soldati furono il veicolo della loro diffusione con pellicole cinematografiche
come “Avanti Savoia”, “Addio, mia bella, Addio!”, “Gloria ai caduti, “Brilla il
sole della redenzione”.
La Notari aprì a Napoli una Scuola di arte
Cinematografica dove insegnava una recitazione diversa da quella praticata dal
divismo alla Francesca Bertini e Lyda Borelli.
Si trattava,
invece, di una recitazione naturale, basata sullo spessore psicologico dei
personaggi; non melodrammatica o con eccessi di pathos.
Spontaneità, naturalezza e immediatezza che precorrono
la stagione del neorealismo.
La sua Scuola ebbe la grande soddisfazione di vincere
il Concorso d’Arte Muta, che era stato indetto a Milano nel 1920.
Elvira è la prima regista cinematografica italiana, ma
è tuttora sconosciuta.
La Francia vantava Alice Guy-Blanché con “La fata dei
cavoli” del 1896, prodotta dalla Casa
Cinematografica Gaumont.
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"Nfama" 1924 |
Elvira è una
pioniera di talento, rigorosa, precisa, con una ineguagliata capacità nell’affrontare
temi sociali e nel tratteggiare le figure femminili, quasi sempre eroine dei
bassifondi. Viscerali, erotiche, violente, insofferenti alle regole sociali ma
con decise individualità.
Pionieristica era anche la sua attività di marketing:
lei seguiva la produzione dei film, occupandosi personalmente dei rapporti con
la stampa, sia per la pubblicità che per le recensioni, della realizzazione delle locandine e persino
dei programmi di sala.
Finita la guerra, la sua narrazione realista di storie
tipiche non poteva trovare spazio nelle superproduzioni di kolossal e tanto
meno poteva riscuotere consensi da parte della critica e della censura.
La
centralizzazione della produzione a Roma ̶ con la
conseguente marginalizzazione dell’industria cinematografica meridionale ̶, il
dominio nel mondo cinematografico di personalità
maschili come quella di Giovanni Pastrone (“La
caduta di Troia”, “Cabiria”), l’avvento del sonoro, il nascente fascismo avverso alla
rappresentazione di una realtà degradata;
furono tutti fattori che
determinarono la chiusura della “Dora film” nel 1930.
Elvira Notari con il marito si ritirò a Cava dei
Tirreni, dove morì il 17 dicembre 1946.
Nel 1988 buona parte del materiale fotografico e
cinematografico appartenuto alla coppia Notari è stato ceduto dagli eredi al
Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo di Roma.
Dopo, non si
hanno più notizie di lei. Può darsi che alla sua morte sia stata seppellita nella cappella palatina di San Domenico
Maggiore, dove sono state ritrovate all’inizio del 2000, nel soppalco della
Sacrestia, quaranta bare di sovrani, principi e membri aragonesi della corte.
Angela Frattolillo©2016 tutti i diritti riservati.
Bibliografia:
Angela
Frattolillo, I ruoli della donna nella
Grande Guerra, Fano 2015
Antonella
Pagliarulo, voce “Notari Nicola ed Elvira”, DBI,
vol 78, 2013
Francesca
Vatteroni, voce “Notari Elvira”, Enciclopedia del Cinema, Ist. Encicl. It.
Treccani, , 2004
dell’industria cinematografica meridionale
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