Due giornaliste, con alle spalle 20 anni di ricerche biografiche, hanno deciso di concentrarsi sul variegato mondo femminile, così poco studiato fino a non molto tempo fa e che la storia ha spesso relegato nel dimenticatoio...

martedì 24 giugno 2014

Quirina MOCENNI


di Rita Frattolillo

(Siena 25.6.1781 – Firenze, 3.7.1847), gentildonna, amante di Ugo Foscolo e curatrice delle opere del poeta

Mi trovo a Firenze, all’imbocco di via del Melarancio, nel popoloso borgo San Lorenzo, quando la mia attenzione viene attratta da una lapide affissa su un bel palazzo di stile classico. La lapide è  in latino, cosa che mi lascia pensare a  qualcosa di particolarmente importante,  e il nome della donna menzionata che qui abitava, Candida Quirina Mocenni, non mi è nuovo, devo averlo letto da qualche parte. Mentre mi accingo a decodificare la scritta resto calamitata davanti al nome del mito assoluto di generazioni di  liceali, me compresa, il poeta-soldato di cui non mi stancavo mai di leggere le opere: Ugo Foscolo.

Ebbene, lui, il mio mito, chiamava questa Quirina Mocenni, che era uno spirito colto e sensibile all’arte – dice la lapide – Donna Gentile. Sfoglio mentalmente i miei ricordi scolastici, mi affiorano immediatamente i  nomi delle due gentildonne che gli avevano ispirato i versi studiati da noi adolescenti, e cioè l’amica risanata Antonietta Fagnani Arese, famosa contessa milanese, e Luigia Pallavicini, quella Caduta da cavallo, per intenderci. Mentre stavamo curve sull’antologia della letteratura italiana, noi ragazze eravamo un po’ gelose di quelle dame che avevano avuto la buona sorte di incrociare il poeta di Zacinto, ed avevamo il fondato sospetto che tra lui e loro ci doveva essere stato, all’epoca, del tenero. Infatti, in seguito, scavando più a fondo, avevamo scoperto che la contessa Fagnani non aveva solo tradotto per Foscolo il Werther di Goethe, perché l’epistolario  intercorso tra i due documenta un amore violento durato due anni, tra il 1801 e il 1803.

domenica 8 giugno 2014

Lina PIETRAVALLE

di Rita Frattolillo

(Fasano di Brindisi, 11.4. 1887 – Napoli, 19.4.1956), scrittrice  


Figlia di due cugini, Michele e Maria, Lina Pietravalle  nasce a Fasano di Brindisi, dove il padre aveva avuto una condotta medica.
 La bambina, che è la primogenita, cresce con le sorelline Esther, Letizia, Livia, Maria Carolina (detta Carla) e il fratellino Paolo in un ambiente della colta e ricca borghesia molisana. La famiglia, nel 1894, si trasferisce a Pinerolo, e poi a Torino.
Qui,  Lina entra nel Collegio “Villa Regina”,  dove, indole ribelle, si sente “deportata”, come scriverà in seguito. Fatica ad adattarsi all’ambiente austero e bigotto del collegio, dove, tra l’altro, odia mangiare la  polenta, che  diventa presto  un incubo perché gliela presentano a tavola in tutti i modi: affogata nella “bagna di pomodoro” il lunedì, dorata e fritta il venerdì, e poi il sabato, con burro e latte.