Due giornaliste, con alle spalle 20 anni di ricerche biografiche, hanno deciso di concentrarsi sul variegato mondo femminile, così poco studiato fino a non molto tempo fa e che la storia ha spesso relegato nel dimenticatoio...

sabato 28 ottobre 2017

Ileana SONNABEND (nata SCHAPIRA)

(Bucarest 28 ottobre 1914 – New York 21 ottobre 2007), mercante d’arte di fama mondiale




di Rita Frattolillo

Figlia di Mihail Schapira, ricchissimo  industriale ebreo rumeno, Ileana  cresce nel lusso, tra bambinaie e governanti.  Dimostra un precoce interesse per l'arte, probabilmente ereditato dalla madre viennese, Marianne.
Scappata con la famiglia negli Stati Uniti dagli orrori della Shoah, la ragazza  si appassiona ben presto all’arte moderna,  acquisendo un nome tra i mercanti d’arte  riconosciuti tra i più influenti. Considerata alla pari di Peggy Guggenheim  come la maggiore talent scout del Novecento, Ileana ha in effetti molto in comune con Peggy: entrambe sono ebree, ricche, figlie di industriali, galleriste e mecenati, appassionate di arte moderna e scopritrici di talenti.
In più, entrambe, grazie al loro occhio infallibile,  hanno costruito meticolosamente collezioni d’arte contemporanea tra le più ricche ed esclusive. E le loro scelte hanno ininterrottamente orientato l’andamento del mercato mondiale dell’arte.
Questa la sua esistenza da favola:
a 17 anni Ileana incontra il triestino Leo Castelli,  che è un giovane brillante, laureato in Giurisprudenza, poliglotta, e anche un po’ dandy.
Se ne innamora e lo sposa un anno dopo. Come pegno d’amore, l’eccentrica ragazza chiede a Leo un dipinto di Matisse, invece del classico anello di diamanti. Come dirle di no?
Ileana da giovane
Nel 1935/36 la coppia si trasferisce a Parigi, dove entra nei circoli surrealisti. Qualche anno dopo i coniugi Castelli, sostenuti da papà Schapira, aprono la  prima galleria con un interior designer di nome René Drouin.
Scoppia la seconda guerra mondiale. Impossibile restare nella capitale francese; la famigliola, ora arricchita dalla presenza della figlioletta Nina, fugge e raggiunge  avventurosamente New York su un piroscafo portoghese.
In America  il Presidente Franklin Delano Roosvelt ha da poco fondato il Federal Art Project, un progetto molto atteso e di cui si parlava da tempo.
Dimostrando spirito pionieristico, lo zio di Peggy aveva già aperto, in un ex salone automobilistico sulla Cinquantaquattresima strada Est, il Museum of Non Objective Painting, per accogliere gli artisti americani della N. Y. Art School , gente senza mercato e praticamente allo sbando.
Intanto Leo Castelli, anche se non è molto interessato, ha trovato impiego nell’industria tessile del suocero, che si era affermato negli ambienti più esclusivi della Grande Mela. Ma il giovane dandy trova molto più affascinante l’arte e il suo mondo, perché è un mondo rumoroso, mondano e loquace. Tra gli artisti Leo non solo si trova a suo agio, ma riesce pure a  influenzare quel mondo così volubile e ciarliero.
Sua moglie, altrettanto presa dall’Espressionismo astratto, opera con tutt’altro stile: è silenziosa e  determinata. Nel 1940, mentre frequenta delle lezioni alla Columbia University, conosce uno studioso  di Dante, Michael Sonnabend. Si avvicina all’uno e all’altro, ma è curiosa soprattutto di conoscere e seguire da vicino il formarsi delle personalità artistiche. Avendo dalla sua  un fiuto incredibile per scoprire i nuovi talenti,  a poco a poco se ne circonda, riuscendo a  farne delle persone ricche e famose. Purtroppo nel matrimonio non tutto fila liscio, anzi si profila una crisi così profonda che porterà la coppia al divorzio nel ‘59.
Intanto nello skyline di New York la Pop Art esplode come un fuoco d’artificio. Andy Warhol è in quegli anni un timido grafico pubblicitario, e intanto Ileana tra una mostra e una collezione si innamora quietamente di Michael Sonnabend. I due si sposano.
La neosignora Sonnabend  comincerà soltanto adesso - e sul serio- la propria carriera di collezionista e scopritrice di talenti. Con Michael inizierà un interessante percorso europeo passando per la Roma di Plinio de Martiis, del neorealismo di Rossellini e Tano Festa, di Mimmo Rotella, Pino Pascali, Jannis Kounnelis (che Ileana lancerà), Schifano, Dorazio, Scialoja, Giosetta Fioroni.
Anche Venezia farà parte della vita intellettuale di Ileana Shapira, sia pure per poco.
Poi, eccola di nuovo a Parigi, dove, nel 1962, i Sonnabend aprono una piccola galleria sul Quai des Grands-Augustins. Grazie a questo spazio, Ileana introduce nel mercato  europeo gli artisti della Pop Art, come Warhol e Lichtenstein. Nel 1968 lo showroom di Parigi viene chiuso, e ne viene aperto uno a New York. Nel ’71 la Galleria Sonnabend si trasferisce a Broadwey, e infine a Celsey.
Grazie all’ineguagliata capacità intuitiva e al magnifico sodalizio sia con il primo marito, Leo Castelli (deceduto nel 1998), sia con il secondo,  Ileana è  riconosciuta da tutti come «The Queen of Art».
Dall’apertura della prima galleria a Parigi con le bandiere americane di Jasper Johns fino alla mostra dei Sex
Works di Jeff Koons nel 1991 a New York e oltre, questa donna ha scritto con la sua opera un libro di storia dell’arte, per aver vissuto gli eventi epocali del XX secolo, dalla fine dell’impero Austro-ungarico al crollo delle Twin Towers, passando attraverso due guerre mondiali, e per aver attraversato da protagonista tutti i maggiori movimenti artistici mondiali.
«The Queen of Art» è morta nel 2007 e gli eredi non hanno esitato a cedere parte della sua leggendaria collezione.
Nel giugno 2011 la presentazione del volume “Leo &C. Storia di Leo Castelli” di Annie Cohen-Solal è seguita dall’inaugurazione dell’esposizione “Ileana Sonnabend.Un ritratto italiano” allestita presso la Collezione veneziana Peggy Guggenheim.

I cinquanta artisti presenti sono selezionati da Antonio Homem, direttore della Sonnabend Gallery nonché figlio adottivo della collezionista. Tra loro, non mancano gli artisti italiani cari a Ileana: Fontana e Schifano.
Nel 2014 il Museo of Modern art di New York le dedica la mostra “Ileana Sonnabend”, che espone le opere di quaranta artisti, tra cui Johns, Warhol e Rauschenberg.
 Nel luglio 2017 sulla Pop Art nella Sonnabend Collection al centro Candiani di Mestre la Fondazione Musei Civici di Venezia ha inaugurato il terzo appuntamento del progetto ‘Cortocircuito’. Riportiamo volentieri uno stralcio dell’articolo di “Veneziatoday” del 5 luglio 2017:
“Sotto la direzione scientifica di Gabriella Belli e a cura di Antonio Homem, la mostra ripercorre, attraverso un nucleo di oltre quaranta capolavori provenienti dalla Collezione Sonnabend – dal 2012 in deposito a lungo termine presso la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro – gli straordinari anni Sessanta in America.
È durante questo periodo che si afferma negli Stati Uniti, diventati nel frattempo il centro della produzione culturale e artistica mondiale,un nuovo modo di concepire l’opera d’arte, che si misura con la nascente cultura di massa e i nuovi media. Dissacratoria e ironica, ma anche caustica e critica verso quella nuova società, già allora ‘schiava’ dell’industria dei consumi inebriata da quella omologazione che nel corso degli ultimi decenni del XX secolo sarà prologo alla società globale dei nostri tempi, la Pop Art diventerà uno dei movimenti più influenti, noti e persistenti nell’immaginario di tutto il ‘900.
Ritratto di A. Warhol
Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jasper Johns, Jim Dine, Tom Wesselmann, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg e molti altri autori saranno in mostra con opere-icone come la serie delle Campbell’s Soup Can o le Nine Jackies di Warhol - che firma anche il ritratto di Ileana Sonnabend in apertura dell’esposizione - la bellissima Little Aloha e il famosissimo Hot Dog di Lichtenstein o, ancora, i celeberrimi Combine Paintings di Rauschenberg e il mitico Figure 8 di Johns.
I grandi maestri della corrente pop sono presentati a Mestre insieme ad artisti loro contemporanei europei, tra cui Pistoletto, Arman, Christo e Mario Schifano e ad autori di una generazione successiva, come Jeff Koons e Haim Steinbach, che riprendono la Pop Art con un approccio concettuale.
Ileana con Jeff Koons

È storia il fatto che furono proprio Ileana e il primo marito Leo a dare il ‘la’ in America a questo straordinario movimento artistico, grazie alla scoperta precoce del lavoro di Rauschenberg e Johns - dapprima avvenuta in Inghilterra - le cui opere furono esposte per la prima volta proprio nella loro galleria a New York, verso la fine degli anni Cinquanta. La storia della raccolta Sonnabend rappresenta dunque una delle più affascinanti vicende collezionistiche del XX secolo.
Quando, nel novembre 1962, Ileana e il secondo compagno Michael Sonnabend aprono la loro galleria a Parigi, il desiderio che li muove è quello di presentare al pubblico europeo i giovani artisti americani.
Dal lavoro di Jasper Johns e Robert Rauschenberg prende avvio una nuova generazione di autori come Warhol, Lichtenstein, Oldenburg, Rosenquist e Wesselmann, tutti presentati nella galleria parigina. Il loro successo viene presto riconosciuto alla Biennale di Venezia, quando nel 1964 Rauschenberg riceve il Primo premio per la pittura.
La mostra, che s’inserisce a pieno titolo nel ciclo di esposizioni che la Fondazione Musei Civici ha presentato in occasione della 57 Biennale d’Arte, è accompagnata da un prezioso catalogo edito da Linea d’Acqua (Venezia, 2017), che raccoglie un intervento di Gabriella Belli, un’intervista di Elisabetta Barisoni ad Antonio Homem, della Sonnabend Collection Foundation, e schede di Mario Codognato.”
RITA FRATTOLILLO©2017 tutti i diritti riservati.
Fonti
Cohen-Solal Annie, Leo & C. Storia di Leo Castelli. Johan & Levi, 2008, collana biografie.
Gandini Manuela, Ileana Sonnabend, the queen of art  (Introduzione di Achille Bonito Oliva), Castelvecchi , Roma 2008

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